STORIA
Il colore del cotto caratterizza da secoli il panorama di Firenze e di altre città toscane. Le prime attestazioni della produzione di cotto toscano risalgono all’XI secolo e fanno riferimento al territorio di Impruneta e del Chianti. Dal XV secolo in poi la cultura della terracotta ha avuto un ruolo fondamentale nell’economia della regione. Nel 1419 Filippo Brunelleschi scelse proprio la terracotta dell’Impruneta, così solida e leggera al contempo, per costruire la Cupola della Cattedrale di Santa Maria del Fiore a Firenze. Nei secoli successivi gli artigiani del cotto si specializzarono nella produzione di orci da olio, conche da agrumi, oggetti decorativi per ville e giardini. Nel XX secolo il cotto ha conosciuto un periodo di prosperità, nonostante il periodo storico complesso. L’architettura razionalista riconosceva nel cotto un elemento economico e funzionale, esaltandone la produzione come tradizione nazionale. Dagli anni Quaranta del Novecento il cotto sostituisce il ferro, usato a scopi bellici, e viene usato per la costruzione di cancelli, ringhiere, panchine e oggetti decorativi. Ad oggi, sono stati introdotti processi industriali per facilitare la produzione in scala maggiore, destinata perlopiù all’edilizia.
IMPRUNETA
Il cotto di Impruneta, conosciuto anche a livello internazionale, ha contribuito a rendere la zona un punto di eccellenza per l’artigianato, oltre che per la produzione di olio e vino. Impruneta affonda le sue radici in epoca etrusca e romana, diventando nel Medioevo un piccolo centro economico, sotto il patronato della famiglia Buondelmonti. Il centro della cittadina chiantigiana è ancora oggi la Pieve di S.Maria, fondata nel 1060 e diventata sin da subito un centro di preghiera mariano. Nel corso dei secoli la Pieve, in origine di stile romanico, subisce alcuni restauri, che fortunatamente lasciano intatte preziose opere di Michelozzo e Luca della Robbia custodite al suo interno. L’icona della Madonna di Impruneta o “Signora delle Acque” è ancora oggetto di culto, dipinta secondo la tradizione dall’Evangelista Luca e ridipinta nel 1758 da Ignazio Hugford.
IL COTTO
La terra di Impruneta è ricca di un tipo di argilla, detta “terracotta antigelo”, che la rende inalterabile in condizioni di clima freddo. Attualmente è un marchio protetto da una denominazione di origine Ceramica Artistica e Tradizionale di Impruneta. Gli artigiani del cotto lavorano l’argilla secondo la tradizione, seguendo il “lavoro tondo” o il più diffcile “lavoro di fondo”. Il forno per la cottura a legna della terracotta è rimasto piuttosto invariato, nonostante la tradizione secolare.